Dopo qualche anno sono ritornata a fare foto in uno dei manicomi più famosi d’Italia: il Manicomio di Mombello.
Ormai completamente distrutto e sull’orlo del crollo, questo posto abbandonato lascia solo intravedere la sua lunga e triste storia.
Il suo vero nome è ospedale psichiatrico Antoni, e fino a metà degli anni Settanta, questa struttura era tra i più importanti ospedali psichiatrici arrivando così ad ospitare circa 3 mila pazienti, tra di loro anche il figlio illegittimo di Benito Mussolini.
Costruito “a villaggio”, Mombello ospitava, oltre ai reparti dei degenti, biblioteche, laboratori di sartoria e artigianato, giardini e spazi coltivabili.
I ricoverati erano suddivisi sulla base del comportamento (e non in base alla patologia) in reparti dei “tranquilli”, degli “agitati”, dei “sudici”, dei “lavoratori” e i cosiddetti “agitati” che venivano tenuti in isolamento.
Il manicomio venne definitivamente chiuso dopo la Legge Basaglia, ma la struttura rimase attiva sino al 1999, data della definitiva dismissione.
Ora giace abbandonato e la vegetazione sta nascondendo lentamente tutti gli edifici.
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