Avvolto da un’aura di mistero, l’Eremo San Lanzo si erge maestoso su un’altura, dominando il paesaggio circostante con la sua silhouette. 

Le rovine dell’eremo immerse in un parco secolare di 17 ettari, con le loro linee austere, si integrano armoniosamente nel paesaggio, come un guardiano silenzioso che veglia su questo luogo incantato.

Ancora oggi, chi varca la soglia di questo eremo, non può fare a meno di sentirsi avvolto da un’aura di sacralità e mistero.

L’avventura dell’Eremo San Lanzo ha inizio nel 1661, quando il conte Gaspare Graneri della Rocca di Ceres, devoto alla spiritualità camaldolese, commissionò all’ingegnere Francesco Lanfranchi la costruzione di questo luogo di raccoglimento. 

Desideroso di promuovere la vita contemplativa e di offrire alla comunità un rifugio spirituale, il conte donò l’eremo e i suoi vasti terreni all’ordine camaldolese nel 1676.

I monaci, noti per la loro rigorosa regola di vita e per la loro dedizione allo studio e alla preghiera, trasformarono l’eremo in un fiorente centro religioso e culturale. 

Le giornate erano scandite dai ritmi della liturgia, dallo studio dei testi sacri e dalle attività agricole. 

Nei campi circostanti, i monaci coltivavano cereali, ortaggi e frutta, garantendosi l’autosufficienza alimentare e offrendo i surplus alla comunità. 

L’architettura dell’eremo, sobria ed elegante, rifletteva i valori di semplicità e austerità propri dell’ordine camaldolese. 

Con l’avvento della Rivoluzione francese e la successiva occupazione napoleonica, l’eremo San Lanzo subì un duro colpo. 

Nel 1802, l’ordine camaldolese fu soppresso e i beni confiscati. 

Privati del loro rifugio spirituale, i monaci furono dispersi e l’eremo abbandonato al suo destino. 

Per anni, l’edificio e il parco caddero in rovina, saccheggiati e depredati. 

Solo con la Restaurazione del 1815, i camaldolesi poterono rientrare in possesso del loro bene. 

Con tenacia e determinazione, si dedicarono alla ricostruzione dell’eremo, cercando di ripristinare la sua antica bellezza. 

Tuttavia, la loro gioia fu di breve durata. Le leggi Siccardi, emanate nel 1836 dal Regno di Sardegna con l’intento di limitare il potere della Chiesa, portarono alla soppressione degli ordini religiosi e alla nuova espulsione dei camaldolesi. 

L’eremo, nuovamente abbandonato, fu destinato a un futuro incerto.

Nel 1918, l’Eremo, con la sua posizione isolata e l’ampio parco circostante, venne individuato dalla Croce Rossa Italiana come luogo ideale per la riabilitazione dei reduci di guerra. 

L’aria pura e la quiete del luogo erano considerate elementi fondamentali per la convalescenza dei soldati. 

Negli anni successivi, l’Eremo si trasformò in un centro di cura specializzato nella lotta alla tubercolosi femminile, una malattia che mieteva numerose vittime. 

La costruzione di un nuovo edificio negli anni ’60 del Novecento, dotato di attrezzature mediche all’avanguardia, testimoniò l’importanza che questo luogo rivestiva nel panorama sanitario regionale. 

Tuttavia, con l’avvento di nuove terapie e l’evoluzione del sistema sanitario, l’attività ospedaliera cessò nel 2013, lasciando l’Eremo in uno stato di abbandono progressivo. 

Privato delle cure necessarie, l’edificio è stato soggetto a saccheggi e atti vandalici, che ne hanno deturpato l’aspetto originale. 

Tetti crollati, affreschi sbiaditi e murature lesionate sono solo alcuni dei segni del tempo che passa inesorabile. 

Passeggiando tra le rovine dell’Eremo di San Lanzo, non si può fare a meno di provare un senso di malinconia e di nostalgia per un passato che non tornerà. 

Eppure, in ogni pietra, in ogni angolo di questo luogo, sembra pulsare ancora la vita di coloro che lo hanno abitato e amato. 

È nostro dovere custodire questa memoria, affinché l’Eremo di San Lanzo continui a essere un faro di speranza e un simbolo di rinascita.



SCOPRI ALTRI LUOGHI ABBANDONATI

EREMO SAN LANZO

21 Ottobre 2024

CONVENTO DEI SANTI

13 Aprile 2019

CHIESA BLU

7 Luglio 2016