La storia del manicomio di Vercelli: un racconto tra luci e ombre

Le origini del manicomio di Vercelli risalgono al XIX secolo. Nel 1874 era già operativo, con circa 150 pazienti. Ma la struttura che conosciamo oggi, un vero e proprio villaggio ospedaliero, venne edificata solo tra il 1928 e il 1937.

Il manicomio di Vercelli non nacque dal nulla. Prima del suo avvento, esistevano già diverse strutture per la cura dei malati mentali nella zona.

La decisione di costruire un nuovo manicomio a Vercelli fu presa nel 1872, in risposta all’aumento del numero di pazienti e all’esigenza di creare un ambiente più adatto alla loro cura.

Il progetto del manicomio venne affidato all’ingegner Luigi Martina, che si ispirò ai modelli di manicomio all’avanguardia in Europa.

Il complesso, costruito dall’ingegner Eugenio Cadorna, era all’avanguardia per l’epoca. Si estendeva su 28 ettari e comprendeva 20 padiglioni, una chiesa, un teatro, una biblioteca, una palestra e persino un’area per bambini. L’obiettivo era quello di creare un ambiente autosufficiente e terapeutico per i pazienti affetti da malattie mentali.

La vita  era regolata da rigide regole e orari. I pazienti erano divisi in base al sesso e alla gravità della loro malattia.

Le giornate erano scandite da attività lavorative, ricreative e terapeutiche. Il lavoro era considerato un elemento importante per la riabilitazione dei pazienti.

Le terapie utilizzate all’epoca erano spesso rudimentali e inefficaci. Tra queste, l’idroterapia, l’elettroshock e la terapia insulinica.

Un evento particolarmente drammatico avvenne nel maggio del 1945, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Un gruppo di partigiani giustiziò sommariamente 47 fascisti, tra cui il prefetto di Vercelli, all’interno del manicomio. Questo episodio, conosciuto come l’Eccidio dell’Ospedale Psichiatrico di Vercelli, rappresenta una ferita profonda nella memoria collettiva della città.

Fortunatamente, con l’avvento della legge Basaglia nel 1978, il manicomio di Vercelli venne gradualmente chiuso. I pazienti furono trasferiti in strutture più piccole e umane, e l’edificio principale venne abbandonato.

Oggi, l’ex manicomio di Vercelli è un luogo fantasma, affascinante e inquietante allo stesso tempo. La maggior parte dei padiglioni è in rovina, ed è possibile visitare solo alcune aree, come la biblioteca e la chiesa. Il complesso è oggetto di dibattito: alcuni vorrebbero preservarlo come memoria storica, altri auspicano una riconversione in chiave moderna.

Al di là del suo destino incerto, il manicomio di Vercelli rimane un simbolo importante della storia della psichiatria in Italia. Le sue mura raccontano storie di sofferenza e di speranza, di emarginazione e di rinascita. Un luogo che non può essere dimenticato, perché rappresenta un capitolo fondamentale del nostro passato.

L’ex manicomio di Vercelli è un luogo affascinante e inquietante allo stesso tempo.

La maggior parte dei padiglioni è in rovina, ed è possibile visitare solo alcune aree, come la biblioteca e la chiesa.

Il complesso è oggetto di dibattito: alcuni vorrebbero preservarlo come memoria storica, altri auspicano una riconversione in chiave moderna.

Il manicomio di Vercelli, un complesso imponente e suggestivo, è da anni avvolto da un alone di mistero e di leggende legate a presunti fantasmi.

La bambina vestita di bianco: Una bambina vestita di bianco che si aggira silenziosamente tra i padiglioni. Si dice che sia lo spettro di una paziente morta in giovane età.

Il medico fantasma: Un uomo con un camice bianco che si aggira per i corridoi del manicomio. Si pensa che sia lo spirito di un medico che ha lavorato nel manicomio e che è rimasto legato al luogo anche dopo la morte.

I pazienti senza volto: Figure spettrali senza volto che camminano senza meta tra le rovine del manicomio. Si dice che siano gli spiriti dei pazienti che hanno sofferto e sono morti nel manicomio.

Indipendentemente dalla veridicità delle storie di fantasmi, il manicomio di Vercelli rimane un luogo affascinante e inquietante.

La sua storia travagliata, le sue rovine evocative e le leggende che lo circondano lo rendono un luogo ideale per gli amanti del mistero e del paranormale.

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